Rassegna stampa – Sinner, obiettivo Finals

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Jannik guarda oltre: «Stagione lunga ma mi sento bene, Torino è l’obiettivo» (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La strada che porta in vetta si percorre a piccoli passi. E anche adesso che guarda tutti dall’alto, Jannik Sinner non ha abbandonato la cattedra di professore di filosofia: il match più difficile di un torneo è il primo, poi eventualmente il secondo e così via fino alla finale, con l’orizzonte che resta fissato sul qui e ora. Più della vittoria, che comunque è sempre il balsamo del campione, contano i miglioramenti, anche quotidiani, per approdare al risultato desiderato. E il sofisma vale soprattutto per Parigi Bercy, un torneo che fin qui, in tre presenze, gli ha riservato pochissime gioie. Nel 2021, debutto al Masters 1000 parigino, si arrese subito ad Alcaraz nella loro prima sfida Atp in carriera; nel 2022, si fermò ancora al primo turno, contro lo svizzero Huesler, una delle più dolorose sconfitte di un’annata di assestamenti dopo la rivoluzione tecnica da Piatti a Vagnozzi e Cahill. Infine, dodici mesi fa, ruppe finalmente il ghiaccio battendo all’esordio McDonald, una vittoria senza godimento: la partita terminò alle 2.27 di notte tra le polemiche e la mattina successiva Jannik rinunciò a scendere in campo nell’ottavo contro De Minaur. Insomma, Bercy non è esattamente il posto del cuore, ma lo status di più forte giocatore del mondo adesso sembra potergli garantire l’antidoto alla piccola maledizione della Accor Arena: «È stata una stagione lunga, quando arrivi agli ultimi tornei dell’anno può sempre succedere di tutto, qualche giocatore è più fresco, qualcun altro è più stanco. Sono comunque contento di tornare a Parigi, anche se questo è un torneo in cui non sono ancora riuscito a giocare il mio tennis migliore. Spero di riuscire ad alzare il livello rispetto agli ultimi due anni». Il sorteggio d’altronde lo obbliga a tenere alta da subito la soglia dell’attenzione, perché dopo il bye del primo turno potrebbe toccargli il caldissimo Shelton che oggi disputa la finale a Basilea e che, anziché Auger-Aliassime, infortunato e ritirato, al primo turno troverà un lucky loser. Poi, per la Volpe Rossa, potrebbero materializzarsi Rune, Fritz e Zverev prima dell’attesa finale con Alcaraz. Non proprio una passeggiata di salute: «E’ un tabellone decisamente molto duro – ammette il n.1 del mondo – soprattutto su questi campi. Chi serve forte qui è difficile da affrontare. Ma io guardo giorno per giorno. Poi tutto può accadere, il tabellone qualche volta si può aprire, non sai mai che succederà. Cerco di prepararmi nel modo migliore possibile per il match di primo turno. Sarà comunque difficile sia se dovessi giocare contro Ben sia se dovessi affrontare un altro avversario». Certamente, il calendario personale che Sinner è riuscito a cucirsi addosso durante tutto l’anno porta all’ultimo un atleta al top dal punto di vista fisico e mentale: «Credo di aver fatto ottime scelte lungo tutta la stagione, cercando di arrivare pronto per questi appuntamenti. Sono fortunatamente riuscito a giocare pochi tornei e ad arrivare quasi sempre in fondo. Penso di star bene fisicamente e anche mentalmente. Anche se a queste domande le risposte potrà darle solo il campo. Naturalmente l’obiettivo principale di questa parte di stagione restano le Finals, un traguardo che mi ero prefisso fin dall’inizio dell’anno». A Torino, e prima a Bercy, all’angolo tornerà coach Cahill, dopo la pausa familiare per rimanere vicino a una figlia che lo ha reso nonno. […]

La strategia di Sinner. Parigi allenamento attivo per poi sbranare le Finals (Gaia Piccardi, Corriere della Sera)

Una settimana fa metteva in valigia sei milioni di dollari, i salamelecchi agli emiri di Riad e una preziosa vittoria su Carlos Alcaraz, che spezzava l’inerzia negativa nella stagione dei tre kappaò con l’arcirivale. Poteva stare tranquillo a Montecarlo, minimizzando il rischio di infortuni, tra gli allenamenti sul veloce del Country Club e qualche rara ora di relax. Ma non sarebbe Jannik Sinner. Ieri, infatti, il numero uno è riapparso a Parigi, sponda Bercy, l’indoor che (ancora) non ha mai graffiato: «Avevo voglia di giocare qui, dove non mi sono mai espresso al meglio». Di concerto con i suoi coach, ha optato per un allenamento attivo: trattare il Master 1000 parigino, l’ultimo della stagione, come un cantiere aperto e in movimento verso le Atp Finals di Torino, che lo aspettano per la consacrazione. Significa prevedere che altri cinque match si aggiungano al bottino di 74 partite giocate nel 2024, 71 Atp più le tre di Six Kings a Riad, 65 vinte, perché ormai è chiaro che in fondo ai tornei, al netto di eventi eccezionali tipo il calo di pressione di Wimbledon che con il senno di poi ha tutte le caratteristiche dell’attacco di panico dopo una notte insonne a rimuginare sulla tempesta doping, Sinner ci arriva. E d’altronde fu la razionale prudenza con cui lo gestiva Piatti, a fronte di una matta voglia di tornei, uno dei motivi di quel divorzio. Gli allenatori lo assecondano, il n.1 sa come gestirsi, dieci anni fa veniva via da casa per inseguire un sogno diventato realtà. Ed eccolo a Parigi, al cospetto di un tabellone terribile, per tenere vive le sensazioni che a Torino, tra due settimane, gli serviranno come il pane. Il mancinismo esasperato di Shelton al primo turno, la rotta di collisione con Fritz già maltrattato all’Open Usa, il sempre temibile Zverev, Medvedev ancora tu non dovevamo vederci più, in finale il solito Alcaraz. […] Con la classifica blindata fino a fine anno, inoltre, la trasferta parigina potrebbe avere un senso tecnico: in settimana, a Montecarlo, Jannik ha provato delle nuove racchette, Head tinte di nero, in vista della prossima stagione. Allo studio un modello customizzato, probabilmente. Agli uomini del marchio presenti a bordo campo, pare che il giocatore abbia chiesto di rendere i modelli indistinguibili, di modo da potersi basare nella scelta soltanto sulle sensazioni. Il prescelto potrebbe essere stato camuffato da «solita» Head per essere testato in torneo. Jannik fa il vago: «A livello mentale mi sento bene, i passi per arrivare al meglio alle Finals sono giusti: Torino resta il mio obiettivo stagionale».

Sinner pensa alle Finals: «Torino il mio obiettivo» (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

Se tre indizi fanno una prova, allora si può tranquillamente affermare che a Lorenzo Musetti risulta indigesto il tennis di Jack Draper. Meno di 24 ore dopo l’impresa contro Alexander Zverev, nelle semifinali dell’Atp 500 di Vienna l’azzurro si è infatti visto sbarrare la strada dal mancino britannico (6-2 6-4 il punteggio, in poco più di un’ora e tre quarti), che ha così centrato la terza affermazione in altrettanti testa a testa, dopo quelle alle Next Gen Finals 2022 di Milano e a Sofia lo scorso anno. Contro un avversario quasi coetaneo (meno di tre mesi di differenza tra i due) e che conosce fin dai tornei giovanili il 22enne di Carrara non è riuscito a ripetere la prestazione fornita con il tedesco, trovandosi in difficoltà al servizio, perso cinque volte sulle 11 palle-break concesse e con solo il 55% di punti ottenuti con la prima (67% in campo). Ma anche il resto dei colpi non ha funzionato a dovere come indicano i 30 errori gratuiti commessi da Musetti, in grado di sfruttare appena 2 palle-break su 10 e piazzare 15 vincenti a fronte dei 28 di Draper. Il quale ha accusato un vistoso calo fisico nel secondo set, tanto da richiedere l’intervento di medico e fisioterapista sul 5-4, subito dopo aver strappato la battuta al toscano, incappato in quattro imperdonabili errori. Nella sua prima finale in un 500 dopo le tre a livello 250 disputate negli ultimi 12 mesi il 22enne di Sutton, già certo di entrare per la prima volta in Top 15, deve vedersela con il russo Karen Khachanov, che con identico score ha sconfitto l’australiano Alex De Minaur dopo i cinque game lasciati nei quarti a Matteo Berrettini. Musetti vola invece a Parigi per l’ultimo Masters 1000 stagionale, dove il sorteggio lo ha abbinato nel primo turno al tedesco Jan-Lennard Struff (n.40). Proprio nella capitale francese ha parlato Jannik Sinner, commentando anche il suo esordio a Bercy, al secondo turno contro Ben Shelton o un ripescato (Felix Auger-Aliassime ha dato forfait). «E’ un tabellone decisamente molto duro, soprattutto su questi campi – ha ammesso il n.1 del mondo nella conferenza stampa pre torneo – Chi serve forte qui è difficile da affrontare. Ma guardiamo giorno per giorno. Poi tutto può accadere. Il tabellone qualche volta si può aprire, non sai mai che cosa succederà. Cerco di prepararmi nel modo migliore possibile per il primo match: sarà comunque difficile. Spero di riuscire ad alzare il livello rispetto agli ultimi due anni in cui ho giocato qui, senza riuscire a esprimere il mio miglior tennis. E’ stata una stagione lunga, quando arrivi agli ultimi tornei dell’anno può sempre succedere di tutto: qualche giocatore è più fresco, qualcun altro più stanco». Poi l’altoatesino sarà attesissimo protagonista alle Finals di Torino e alla Final 8 di Coppa Davis a Malaga: «Abbiamo fatto ottime scelte lungo tutta la stagione, cercando di arrivare pronti per questi appuntamenti di fine anno. Sono fortunatamente riuscito a giocare pochi tornei e ad arrivare quasi sempre in fondo. Penso di star bene fisicamente e anche mentalmente. Anche se a queste domande le risposte arriveranno solo in campo. Naturalmente l`obiettivo principale, già da inizio anno, per me è arrivare pronto a Torino».

Berrettini lascia Roig (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Dieci mesi e già cala il sipario tra Matteo Berrettini e Francisco Roig. Dopo la fine dello storico legame con Vincenzo Santopadre, l’ex numero uno d’Italia, a dicembre, aveva scelto l’assistant coach di Rafael Nadal per ripartire dalle macerie di un 2023 difficile. La collaborazione non ha raggiunto neanche l’anno, ma si conclude con Berrettini numero 41 del mondo, capace di rigenerarsi sul piano motivazionale, obiettivo chiave dopo essere precipitato addirittura fuori dai primi 150 a marzo. Se il bilancio di questo percorso sia stato davvero positivo o meno, ce lo dirà lui, che ha comunicato la decisione, come di consueto, attraverso i social: «Volevo comunicarvi che io e Francisco abbiamo deciso di interrompere il nostro rapporto professionale. Non posso che ringraziarlo per tutto il lavoro svolto, l’impegno e i risultati ottenuti. È un`esperienza professionale che mi ha fatto crescere moltissimo». Negli ultimi mesi erano effettivamente rare le apparizioni di Roig, più spesso con Matteo abbiamo visto Alessandro Bega, a Vienna affiancato anche dal tecnico federale Umberto Rianna, una costante del team di Matteo. A Parigi Bercy, Berrettini tornerà in campo contro Alexei Popyrin, poi sarà protagonista anche dell’ATP 250 di Metz sul viatico per la Coppa Davis. Al momento non è tra i pre-convocati, anche se Volandri nel dare i nomi ha semplicemente selezionato i primi tre del ranking di singolare (Sinner, Musetti, Cobolli) e i due doppisti Vavassori e Bolelli, in attesa della vera scelta. Matteo ovviamente vuole esserci e un’eventuale esclusione sarebbe un duro colpo, anche se a livello di gerarchie sarebbe difficile da immaginare anche in virtù dei problemi alla spalla che hanno rallentato Cobolli. […]

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Autor: Alessia Gentile