WTA Tokyo: Zheng e Kenin volano in finale, ma l’americana si fa male in doppio

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Il WTA 500 di Tokyo giunge quasi ai titoli di coda con la fine delle due semifinali, che hanno premiato Sofia Kenin e Qinwen Zheng nei rispettivi incontri contro Boulter e Shnaider. La statunitense tornerà in top 100 grazie ai successi ottenuti nella settimana giapponese, ma una brutta sorpresa potrebbe impedirle di giocare la finale contro la numero uno del seeding. Dopo la semifinale, infatti, Kenin, è scesa in campo anche in doppio con la compagna Mattek-Sands, dove pare abbia aggravato un problema alla coscia destra che si era già palesato nel match di singolare e che mette in forte dubbio la sua presenza in finale. In caso di forfait, Zheng si aggiudicherà il titolo senza necessità di lottare contro l’ispirata (e sfortunata) Sofia Kenin che ha abbandonato la semifinale del doppio in lacrime. Insomma, per l’americana si potrebbe concretizzare il più classico dei “oltre al danno, la beffa”.

Ecco, comunque, come sono andate le semifinali:

[WC] S. Kenin b. [9] K. Boulter 6-4 6-4

Settimana straordinaria per la statunitense Sofia Kenin, che dopo il successo ottenuto ai quarti di finale contro Kasatkina, si è sbarazzata anche della numero 9 del seeding, Katie Boulter, imponendosi con un doppio 6-4 e strappando il pass per la finale di Tokyo. Kenin, grazie allo splendido match conquistato contro Boulter, ritorna di nuovo in Top 100, e adesso sogna in grande cercando il trionfo al Toray Pan Pacific Open, dove in finale affronterà la numero uno del tabellone, Qinwen Zheng.

Perentoria Sofia Kenin nel match contro la giocatrice inglese, rimasta spiazzata dall’estrema solidità dell’avversaria da fondo campo, la quale non ha mai esitato, trovando (quasi) sempre una soluzione sul lato del rovescio, variando, talvolta, con dei drop shot fintati a regola d’arte. In costante pressione la statunitense, soprattutto in risposta, permettendole di strappare il servizio a Boulter svariate volte nel corso del match. Basta poco meno di un’ora e trenta alla wild card del torneo per mettere fuori dai giochi la britannica, arresasi a Kenin in soli due set, con lo score di 6-4 6-4 in favore della statunitense.

[1] Q. Zheng b. [6] D. Shnaider 7-6 (5) 6-3

Non approfitta del riposo Diana Shnaider – dovuto al forfait dell’avversaria, la giapponese Ishii, ai quarti di finale. La russa si è inchinata alla numero uno del seeding, Zheng, che nonostante gli intoppi avuti nel corso dell’incontro, ha resistito all’improvvisa ascesa di Shnaider, mostratasi arrembante sino all’ultimo punto. Non cambia, però, l’esito, ed è la cinese a raggiungere la finale a Tokyo (come aveva fatto anche due anni fa), dove sfiderà la statunitense Kenin.

La partenza di Zheng non lascia presagire nulla di buono a Shnaider, che si ritrova sotto di due break in una manciata di minuti. La russa si risveglia improvvisamente e agguanta il tiebreak recuperando la numero uno del tabellone, indisturbata sino a quel momento. La ventenne russa gioca un tiebreak straordinario, ma l’avversaria cinese tira fuori una solidità quasi paranormale, portandosi avanti di un set. Insiste Shnaider, la quale imbastisce improvvisi attacchi di dritto con la chela mancina, mandando fuori giri Zheng, che, ancora una volta, si dimostra superiore alla numero sei del seeding. La cinese chiude la pratica in meno di due ore, e con lo score di 7-6 6-3 agguanta la seconda finale consecutiva dopo quella di Wuhan.

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Autor: Pietro Sanò