Joao Fonseca: “Sinner è il mio punto di riferimento”

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Joao Fonseca è probabilmente il principale nome “nuovo” del tennis mondiale: il brasiliano, classe 2006, aveva chiuso la scorsa stagione al numero 790 del ranking ATP e nel corso del 2024 – chiamato a confrontarsi con le prime sfide del tennis dei grandi – ha letteralmente bruciato le tappe, raggiungendo due finali a livello challenger (sconfitta ad Asuncion, vittoria a Lexington) e due quarti di finale a livello di circuito maggiore (Rio de Janeiro e Bucharest), assestandosi al numero 154 della classifica mondiale. La storia di Fonseca è la storia di un predestinato che fin dall’inizio ha fatto rima con futuro, è la storia di una giovane promessa che passo dopo passo sta iniziando a confrontarsi con il peso delle aspettative: le spalle del primo brasiliano a raggiungere il numero 1 della classifica Juniores sembrano spalle larghe, quelle di un protagonista annunciato, che ha già impressionato i tifosi italiani nel corso del girone di Coppa Davis di Bologna (due vittorie e una sconfitta, con Matteo Berrettini)

Lo scorso anno alle Nitto ATP Finals di Torino Fonseca ha assaggiato il tennis dei campioni, quelli veri, allenandosi – in qualità di sparring partner di lusso – con Sinner e Alcaraz. E proprio l’italiano, campione Next Gen a Milano nel 2019, rappresenta il principale punto di riferimento di Fonseca: “Abbiamo uno stile di gioco simile, molto aggressivo, e mi piace tantissimo come colpisce la palla, è un piacere guardarlo. Inoltre apprezzo molto il suo atteggiamento in campo e il suo approccio alla partita: è timido e un po’ silenzioso, non esprime troppo le sue emozioni, proprio come me” ha raccontato Joao in un’intervista concessa al sito ufficiale dell’ATP. 

Fonseca sarà verosimilmente uno dei grandi protagonisti delle Next Gen ATP Finals di Jeddah e ha tutta l’intenzione di andare a caccia di quel titolo che il suo beniamino Jannik conquistò a Milano, nel 2019: “Lo scorso anno durante la sessione di allenamento abbiamo anche chiacchierato un po’. Ai tempi stavo valutando l’ipotesi del college, Virginia Tech, ma lui mi disse, sorridendo, che ero troppo forte per giocare a livello universitario e mi consigliò di passare direttamente al professionismo. Fu molto gentile, così come tutto il suo team. E’ davvero un ragazzo splendido e alla fine possiamo dire che ho ascoltato il suo consiglio”.

Quando si pensa al tennis brasiliano, però, l’immagine che appare davanti agli occhi degli appassionati è quella del rovescio di Guga Kuerten: “L’ho conosciuto a inizio anno, in occasione della Coppa Davis. Per noi brasiliani è un idolo assoluto: venne a sostenerci e ci raccontò la sua storia, in particolare del modo in cui riuscì a gestire una carriera contrassegnata dagli infortuni, le sue furono parole davvero significative”.

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Autor: Jacopo Gadarco