Sinner, riaperto il caso doping (Azzolini, Semeraro, Bonarrigo, Arcobelli, Cocchi, Nizegorodcew)

0
4

Ma siete seri? (Daniele Azzolini, Tuttosport)

C’è Roman Safiullin nella mattinata di Pechino, lontana undici ore di aereo dall`Italia, e sei di fuso orario. Si va in campo, anche oggi. Due ore per non pensare a niente, gli dicono per aiutarlo. Ma chi ce la fa a ripulire del tutto la propria mente? Esiste un panno bianco, magari uno strofinaccio, per renderla di nuovo candida come quella di un bambino? L’immagine di Sinner bambino è quella di un ragazzino sugli sci, capelli rossi al vento. Andrea Petkovic, semifinalista a Parigi 2014 oggi commentatrice in tivù, dice che Jannik è il tennista sciatore più evoluto che si sia mai visto, ha un equilibrio da slalomista e prepara i colpi leggermente piegato in avanti, come si fa prima di affrontare un paletto. Lo sci non permette errori, il tennis invece li sopporta, offre nuove chance, c`è modo di correggersi. È stato il motivo che gli ha fatto preferire la racchetta alle piste innevate. Oggi JS è costretto a misurarsi ogni giorno, da sei mesi, con una domanda della quale non è facile comprendere il senso. Perché devo pagare un errore, se quell`errore non sono stato io a commetterlo? «Sono deluso di sentire che la WADA ha scelto di fare ricorso dopo che i giudici indipendenti mi hanno scagionato e ritenuto innocente», comincia così il comunicato consegnato ieri ai media da Jannik. Anche Safiullin è un tennista sciatore, ma senza montagne d`intorno. Nasce a Podolsk, nell`Oblase moscovita, 43 chilometri a sud della capitale, diventata città per volere di Caterina la Grande, che vi costruì un palazzo per sé e uno interamente di ghiaccio per gli amanti che si comportavano male. «Roman è un giocatore incredibile», dice Sinner «sa fare di tutto, con semplicità». Gli sta simpatico. Un altro della pattuglia dei russi che la guerra non l`ha mai voluta, e per questo gli hanno tolto la bandiera, quasi che essere nato in Russia comporti una responsabilità personale nei confronti di chi ha deciso di mettere a soqquadro il mondo. Quella stessa responsabilità per i comportamenti altrui (dello staff) che oggi obbliga Sinner a sentirsi stretto tra le murate gelide di un palazzo di ghiaccio. […] Ma per vincere, non è più come prima, non basta andare in campo e fare quello che gli altri non sanno fare. Occorre rimuovere quelle mura di ghiaccio armato, misto ai cattivi pensieri che inevitabilmente affollano la mente. Se non si crea un pertugio dal quale sortire per riveder le stelle, non c`è partita che si possa condurre in porto. Lor signori vogliono così? E giusto che Sinner continui a sentirsi un tennista in punizione? Lo tengono in un contenitore sotto spirito, come le ossa di un animale del Giurassico. In bella mostra. Gli serve così… Chissà se fra i pensieri ricorrenti di Jannik, da molti mesi a questa parte, vi sia anche questo… A che cosa serve, a chi serve, accanirsi contro uno evidentemente innocente? E se fosse diventato l`ostaggio di una battaglia più importante, nella quale ci si batte per la supremazia di un`agenzia anti-doping sull`altra? Utile solo per il suo numero uno, che dà pubblicità alla disputa? «Negli ultimi due mesi», prosegue il comunicato, «e durante questo processo ci sono state tre separate udienze a confermare la mia innocenza. Mesi di testimonianze e investigazioni culminati in tre giudici anziani a controllare ogni dettaglio tramite un`udienza formale. Hanno emesso un giudizio approfondito spiegando perché hanno determinato che non avessi colpa. Sulla base di un processo così robusto sia l`ITIA che l`autorità Italiana anti-doping hanno rinunciato ai loro diritti a fare ricorso». La risposta è vincere, questo Jannik lo sa. Rimuovere ogni benedetto giorno quel muro di ghiaccio, uscire dal contenitore sotto spirito, e faticare due volte per portare a casa il risultato. Non essere mai un numero uno acquiescente con i burocrati, è dimostrare di giorno in giorno che cosa significa essere, sul campo, un vero numero uno. Sinner ha saputo il 26 settembre della decisione della Wada, e subito ha scatenato i suoi avvocati, poche ore dopo la richiesta di un verdetto del Tas, il Tribunale Arbitrale Sportivo di Losanna, era già stata consegnata. Pare che prima del 18 dicembre non ci sarà spazio e modo per dibattere la questione Sinner. Non sarà facile per Jannik… Ma avrà altri due mesi per pensare un po` di più al suo tennis. La strada è questa. Non accettare compromessi. Rendere la vita complicata anche a chi gliela sta rendendo impossibile. No, non è facile… Non è lo per niente. Jannik ha sofferto anche contro Safiullin, ha perso il primo set, ma ha reagito con l`orgoglio che ha dimostrato in tutti questi mesi. Ha ripreso in mano il match e l`ha condotto in porto. Vittoria numero 57, solo 5 le sconfitte, e la serie di successi consecutivi sale a 13. Gli hanno consegnato il dispositivo Wada due giorni fa, e lui ha risposto con due vittorie, malgrado in ogni primo set sia stato costretto a rompere quel maledetto muro di ghiaccio. Vittima sacrificale di un`invidia sociale. […] «Io capisco che queste cose debbano essere accuratamente investigate per mantenere l`integrità dello sport che amiamo. Ciononostante, è difficile capire cosa si otterrà a interrogare un`altra diversa serie di tre giudici per guardare gli stessi fatti e documentazioni. Detto questo, non ho niente da nascondere, e così come ho fatto durante l`estate, collaborerò completamente con il processo di appello e fornirò qualsiasi cosa possa servire per provare nuovamente la mia innocenza». Si chiude così il comunicato di Sinner. Dall`inizio della vicenda doping, nel marzo scorso, Jannik ha vinto US Open, due Masters 1000 (Miami e Cincinnati), e il. torneo di Halle. In più ha combattuto la battaglia sul fronte doping, quella con il personale stato d`animo, e con gli infortuni. Se questa vicenda servirà a rafforzarlo, finirà per diventare imbattibile.

Sinner, il caso non è chiuso (Stefano Semeraro, La Stampa)

L’estate dei tormenti non è finita. Il ragazzo meraviglia è di nuovo sotto scacco. A Pechino Jannik Sinner ha battuto il russo Safiullin ed è nei quarti di finale. Ma con una tonnellata sul cuore. La Wada, l`agenzia mondiale antidoping, ha confermato di aver presentato ricorso il 26 settembre al Tas di Losanna, la massima autorità della giustizia sportiva, contro il verdetto di assoluzione per i due test antidoping falliti a marzo da Sinner, positivo per un miliardesimo di grammo allo steroide Clostebol. La richiesta fa tremare: da uno a due anni di squalifica. Se fosse accolta, sarebbe una mazzata alla carriera e un marchio difficile da scrostare dalla memoria di tutti, sponsor inclusi. In caso contrario, uno sprofondo di credibilità per la Wada. Per ora è una ferita profonda che si riapre. Un nuovo processo, altri mesi da attendere, da tre a sei; altre testimonianze e documenti da produrre. La Volpe ha mente di ferro e anima d`acciaio, dopo la positività è sopravvissuto per mesi in un limbo kafkiano, senza mai cedere. Ha vinto gli Us Open con il cuore in inverno per la malattia di zia Margith, gelato anche dall`improvvisa, palese diffidenza di colleghi/quasi amici come Alcaraz e Djokovic («è stato trattato diversamente da altri»). Ma resta sempre un ragazzo di 23 anni alle prese con il meglio e il peggio della vita. «Sono molto deluso e anche sorpreso, perché abbiamo avuto tre perizie e tutte e tre sono state a mio favore. Non me l`aspettavo, lo ammetto, ho saputo solo un paio di giorni fa che avrebbero fatto appello. Capisco la necessità di tutelare l`integrità dello sport, ma non so cosa possa aggiungere un nuovo processo. Detto questo, collaborerò come ho sempre fatto per provare ancora una volta la mia innocenza». A inizio settembre la Wada aveva chiesto un supplemento d`indagine, nonostante del tribunale londinese Sport Resolutions facessero parte anche esperti a lei legati. E la prima volta nella storia, non solo del tennis, che la Wada fa appello contro un tribunale indipendente. Forse perché è sotto attacco per la questione degli atleti cinesi positivi assolti prima delle Olimpiadi, e ha bisogno di riaffermare “politicamente” la sua autorità. Forse perché la ricostruzione dei fatti messa in piedi in pochissimi giorni dal team di Sinner – il massaggio con la pomata al Clostebol comprata dal suo ex trainer Umberto Ferrara e utilizzata dal fisio Giacomo Naldi – non suona convincente. «La Wada ritiene che la constatazione di “assenza di colpa o negligenza” non sia corretta ai sensi delle norme vigenti», recita il comunicato ufficiale dell`agenzia, che peraltro non ha chiesto provvedimenti retroattivi oltre a quelli già applicati (la cancellazione dei punti e dei premi guadagnati a Indian Wells, sede del primo test). […] Il sospetto della Wada, difficile da accettare, è che non fosse del tutto all`oscuro, o che non abbia fatto tutto il possibile per evitare il pericolo. Per Sinner, e per il tennis, non saranno mesi facili.

Sinner, torna l’incubo (Marco Bonarrigo, Corriere della Sera)

Jannik Sinner ha responsabilità personale e diretta per colpa e/o negligenza per la doppia positività allo steroide Clostebol rilevata all`Indian Wells Open dello scorso marzo. Per questa ragione va squalificato per un periodo compreso tra uno e due anni. È la durissima tesi espressa dall`Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) nel ricorso inoltrato giovedì notte al Tribunale di Arbitrato Sportivo di Losanna (Tas), al limite di scadenza dei termini, contro la decisione di prosciogliere il tennista presa il 10 agosto dal tribunale indipendente sport Resolutions, in accordo con l`International Tennis Integrity Agency (Itia) che fungeva da organo inquirente. È la prima volta che Wada appella la decisione di un organo di giustizia sovranazionale della galassia Ita (atletica, ciclismo, scherma e molto altro) mentre fino a ieri si era espressa solo contro sentenze di comitati olimpici nazionali o federazioni, portando quasi sempre a casa il risultato voluto. «Sono deluso e sorpreso – ha detto Sinner, che sta giocando in Cina – ma anche convinto che risulterò innocente». Nelle stringate motivazioni del ricorso che Wada ha reso pubbliche c`è, oltre alla (pesante) quantificazione del periodo di squalifica, una richiesta specifica: che all`atleta non vengano tolti premi e punti acquisiti dal 10 marzo al giorno della sentenza, come previsto di norma nei casi in cui non c`è sospensione cautelare. Wada vorrebbe una sanzione «pura» che parta dal giorno in cui l`arbitro svizzero esprimerà il verdetto, inappellabile sul piano sportivo. La notizia fa scalpore in ambito giuridico dove si riteneva la decisione ben motivata dal punto di vista logico: due uomini del ristretto staff di Sinner (il preparatore Naldi, il massaggiatore Ferrara) hanno ricostruito la catena della contaminazione e se ne sono assunti la responsabilità escludendo quella del giocatore con una tesi validata anche da stimati consulenti Wada come il manager del laboratorio di Roma, Xavier De La Torre. Nei 45 giorni trascorsi dalla decisione, Wada ha lavorato per provare il contrario, ma per convincere gli arbitri servirà una prova «pesante», ad esempio la ritrattazione di uno dei due accompagnatori o il ritrovamento di documentazione che incolpi direttamente il tennista. Demolire i due punti deboli della sentenza (perché il preparatore Ferrara portava nel bagaglio per gli Usa il Clostebol, prodotto notoriamente dopante e non di uso comune? Perché, avendo Ferrara un diploma da tecnico farmaceutico, ne ha consigliato l`uso a Naldi per curare una ferita sapendo della possibile contaminazione?) potrebbe non bastare a ribaltare il risultato. Contro Wada gioca una giurisprudenza Tas che nel caso delle sostanze contaminanti ha sempre dato ragione all`atleta quando la catena di colpa lo dimostrava ignaro dell`accaduto, condannandolo solo se questi aveva avuto concreta evidenza del rischio che correva, come nel caso della tennista Errani. Nel comportamento di Wada contano di certo motivazioni politiche dopo le clamorose omissioni nel caso dei nuotatori cinesi, con l`Agenzia che non ha appellato l`inchiesta-farsa delle autorità locali: dimostrare di non aver paura di mettersi contro il numero 1 al mondo sarebbe una sorta di riabilitazione. […]

Innocente, missione TAS (Stefano Arcobelli, La Gazzetta dello Sport)

Jannik Sinner e il caso Clostebol ancora al centro dell`attenzione. Come e perché si è arrivati al Tas? Dopo che l`agenzia mondiale antidoping (Wada) aveva chiesto una integrazione di documentazione all`International tennis integrity agency, giovedì si è rivolta al Tribunale di arbitrato sportivo (Tas) di Losanna, il massimo organo di giustizia sportiva mondiale, perché applichi nei confronti di Sinner «un periodo di ineleggibilità compreso tra 1 e 2 anni».

1 – Di cosa si occupa il Tas? Istituito nel 1984 e riconosciuto dal Cio, il Tribunale di arbitrato sportivo con sede a Losanna è un organo indipendente che si occupa delle controversie giuridiche, regolamentari e finanziarie in materia di sport. Fanno parte dell`ente, le cui sentenze sono inappellabili, 300 arbitri (giuristi o avvocati) provenienti da 87 Paesi. Ogni anno il Tas affronta circa 300 casi. I lodi arbitrali hanno la stessa esecutività delle sentenze dei tribunali ordinari. […]

2 – Come e quando si svolgerà il “processo” a Sinner? Entro un mese si procederà alla nomina del Collegio arbitrale, con tre giudici che presiederanno alle varie udienze e che emetteranno il verdetto finale. Un giudice sarà selezionato dal Tas, uno sarà scelto dalla Wada e uno verrà nominato da Jannik Sinner. […]

3 – Come funziona un processo al Tas? Una volta depositata la richiesta di arbitrato o la dichiarazione di appello, chi dev`essere giudicato invia una memoria difensiva. Poi il Collegio Arbitrale ascolterà le varie parti e studierà i vari documenti che verranno presentati presso la corte di Losanna. Per il verdetto dovrebbero passare almeno tre mesi, ma il periodo si potrebbe prolungare anche a sei mesi se non a un anno per la sentenza, che dunque ci sarà non prima di gennaio del 2025 […]

4 – C`è una via d`urgenza per accelerare i tempi? In casi urgenti e su richiesta, il Tas può, entro un periodo di tempo molto breve, ordinare misure provvisorie o sospendere l`esecuzione di una decisione impugnata. Potrebbe esserci la possibilità di richiedere la procedura abbreviata – non è detto che venga accolta – ma i legali di Sinner dovranno studiare attentamente la difesa al fine di uscire dall`arbitrato con la completa assoluzione del giocatore.

5 – C’è un organo superiore cui appellarsi? Ci si può rivolgere al Tribunale federale svizzero per vizi di forma che potrebbero portare all`annullamento della sentenza e alla ripetizione del processo: il nuotatore cinese Sun Yang riuscì a farsi annullare la squalifica, ma dopo il nuovo processo al Tas venne lo stesso squalificato. […]

6 – Ci sono i precedenti su casi simili a quello di Sinner? Uno in particolare: José Luis Palomino, giocatore dell`Atalanta risultato positivo al Clostebol durante un controllo nel precampionato 2022. Viene deferito da Nado Italia e poi assolto dal Tribunale Nazionale Antidoping il 7 novembre. La Procura Nazionale contesta la sentenza rivolgendosi al Tas che ritiene, però, attendibile la tesi dell`assunzione involontaria portata avanti dal giocatore confermando l`assoluzione il 19 settembre 2023.

7 – I procedimenti arbitrali sono riservati o sono pubblici? La procedura di arbitrato ordinaria è riservata. Le parti, gli arbitri e gli addetti sono tenuti a non divulgare alcuna informazione relativa alla controversia. In linea di principio, i lodi non vengono pubblicati. In generale, a meno che le parti non concordino diversamente, il lodo può essere pubblicato. Al termine viene emesso il dispositivo e successivamente presentate le motivazioni, come in un normale processo giudiziario.

8 – Qual è la portata di una sentenza Tas? Un lodo pronunciato dal Tas è definitivo e vincolante per le parti dal momento in cui viene comunicato.

9 – È possibile presentare testimoni in giudizio? Sì, è possibile: saranno i legali di Sinner a decidere la strategia.

10 – Fino alla sentenza del Tas, Sinner può giocare? Sì, finché il Tas non emetterà sentenza al termine dell`arbitrato, il tennista potrà regolarmente giocare in tutti i tornei.

“Il ricorso non era necessario. Speriamo di chiudere in fretta” (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)

Jamie Singer è l`avvocato di Jannik Sinner, lo ha assistito durante la prima inchiesta, quella che ha portato all`assoluzione da parte della International Tennis Integrity Agency dopo che un tribunale indipendente aveva acclarato che il numero 1 al mondo era stato vittima di una contaminazione involontaria al Clostebol. […] Singer è un affermato giurista sportivo nello studio internazionale con sede a Londra, Ginevra e Sydney Onside Law, che ha tra i propri clienti anche la Ryder Cup di golf, il Sei Nazioni di rugby e il Milan. La richiesta della Wada, che ha deciso di rivolgersi al Tas chiedendo uno o due anni di sospensione per il campione di Australian Open e Us Open, ha lasciato perplesso il team e anche il legale che ha seguito tutta la vicenda.

Avvocato Singer, Jannik si è detto sorpreso e dispiaciuto per questo ricorso che non si aspettava. È stato un fulmine a ciel sereno?

Siamo rimasti sorpresi anche noi, a dire il vero. Dopo che Jannik era stato trovato positivo al Clostebol in quantità infinitesimale, la International Tennis Integrity Agency ha capito la delicatezza del caso e si è rivolta a un esperto tribunale indipendente invece che pronunciarsi direttamente. Speravamo che l`esperienza dei tre specialisti dello Sport Resolution Panel, e i loro giudizi ben circostanziati e documentati, avrebbero convinto le parti che la questione si fosse risolta in maniera corretta.

E invece ora Sinner dovrà giocare con questo peso dopo un`estate già molto difficile. Pensa che la situazione si risolverà in tempi rapidi?

Ci sono i tempi tecnici che vanno ovviamente rispettati e quindi non sappiamo quando arriveremo alla soluzione definitiva. Siamo in attesa di ricevere tutti i dettagli dell`appello Wada. Il Tas poi definirà il collegio giudicante e deciderà la data dell`udienza. Speriamo di poter chiudere in pochi mesi.

Come mai la Wada ha chiesto una sospensione ma non la decurtazione dei punti e dei guadagni degli altri tornei, a parte quelli di Indian Wells 2024, come deciso già dalla Itia?

Questa richiesta è pienamente sensata. Nessuno infatti accusa Jannik di aver tratto vantaggio nelle sue performance grazie al Clostebol. Per questo sarebbe ingiusto penalizzarlo nella classifica o nei guadagni. Tuttavia la Wada ritiene che sia in qualche modo responsabile per le azioni del suo team e per questo chiede che venga punito. La sospensione è la pena che loro chiedono per quella che loro considerano negligenza.

Si può immaginare che il morale del team sia piuttosto basso dopo questa tappa del caso?

Tutti siamo consapevoli che la Wada ha il pieno diritto di fare questa azione, appellarsi era nelle sue possibilità e sappiamo quanto sia complicata l`opera di vigilanza sul doping e sull`integrità del mondo dello sport. Detto questo, riteniamo che il ricorso non fosse davvero necessario.

Safiullin ko, la risposta di Jannik (Alessandro Nizegorodcew, Corriere dello Sport)

Come nulla fosse, Sinner gioca e vince. Nella mattinata in cui appassionati e addetti ai lavori apprendono del ricorso della WADA (di cui Jannik era già informato da un paio di giorni), l`azzurro conquista l`ennesimo match in rimonta della sua stagione. A Pechino, contro Roman Safiullin, arrivano le solite difficoltà presentatesi altre volte contro il talentuoso russo (ex numero 2 al mondo under 18), ma alla fine ai quarti di finale va Sinner, che chiude 3-6 6-2 6-3 in 2 ore e 21 minuti. Domani Jannik tornerà in campo contro il ceco Jiri Lehecka; i precedenti (2-0) sono favorevoli al numero 1 del mondo. Safiullin parte fortissimo e strappa due volte il servizio a Sinner nei primi sei giochi del match. Servizio, risposta, timing, profondità. Il russo riesce a esprimere un tennis di grande qualità e in pochi minuti chiude il parziale d`apertura 6-3. La reazione di Jannik, così come accaduto al primo turno con Nicolas Jarry, non si fa attendere. Tre break consecutivi di Sinner tra la fine del secondo e l`inizio del terzo set scrivono la parola fine al match, nonostante il russo riesca a mantenere un buon livello anche negli ultimi game. «Safiullin è un giocatore incredibile – ha spiegato Jannik a fine match -. Ha servito e risposto molto bene. Io ho cercato di rimanere mentalmente nella sfida, è stata dura. In giornate come queste, quando non ti senti al 100%, è molto importante riuscire comunque a trovare il modo di portare a casa la partita». […] La capacità, o forse sarebbe meglio dire, la facilità di lottare è ormai il segno distintivo di Sinner. Trattasi dell`evoluzione da grande giocatore a campione, che permette a Jannik di trionfare anche quando pare non vi siano le condizioni necessarie. I dati supportano tale tesi: nei primi 25 match dell`anno Sinner ne aveva vinti ben 20 senza perdere alcun set; nei successivi 37 ne ha conquistati solamente 19 senza lasciare per strada almeno un parziale. Jannik ha inoltre vinto 11 degli ultimi 14 incontri in cui ha perso il primo set. Non solo Sinner. Nel torneo “combined” di Pechino avanzano anche Jasmine Paolini e Flavio Cobolli. La toscana, terza favorita del seeding, ha rimontato la danese Clara Tauson con il punteggio di 1-6 7-5 6-4 e al terzo turno se la vedrà con la polacca Magda Linette. Vola ai quarti del torneo maschile Cobolli, che si è sbarazzato in due rapidi set (6-4 6-2) del russo Pavel Kotov avvicinandosi sempre di più alla Top 30 ATP. […]