Jack Draper, il mancino che mette in dubbio il duopolio di Sinner e Alcaraz

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Il 2021 lo finisce alla posizione numero 265, ma Jack Draper dà già prova di essere destinato ai grandi con i quarti al Queens, dove vince contro Jannik Sinner. Il 2022 lo vede risalire di 200 posizioni e chiudere l’anno al numero 42 ATP, giocando un buono swing nordamericano con quarti di finale a Montreal e terzo turno allo US Open. Nel 2023 l’anno non parte benissimo, ma a maggio arriva il momento peggiore: l’infortunio contro Tomas Martin Etcheverry costringe Jack a saltare i tornei su erba casalinghi, facendolo sprofondare dalla posizione numero 55 alla 123 del ranking ATP. Gli ultimi anni, dagli esordi alla recente affermazione all’ATP 500 di Vienna, sono stati di alti e bassi per il tennista di Sutton, che si è appoggiato spesso al circuito Challenger per farsi le ossa o recuperare lo smalto.

Jack Draper è quell’insieme di cose che al circuito servono, che non possiamo dire che manchino, ma nemmeno che ci siano: al tour serve il mancino in grado di dare risultati costanti, serve il giocatore che sente l’erba come casa, serve un giocatore giovane che possa mettere i bastoni tra le ruote a due fenomeni che stanno facendo impazzire il circuito.

Draper è un mancino classe 2001, con un buon margine di miglioramento e una spiccata affinità per le superfici veloci, ma non ha avuto un percorso facile per essere chi è. Come dicevamo, nel 2022 Jack a gennaio era fuori dai primi 250 tennisti al mondo: per risalire il circuito minore della ATP lo ha aiutato tantissimo. In Italia, a Forlì per la precisione, Jack inizia la stagione vincendo 3 Challenger nel giro di un mese e mezzo, guadagnando un centinaio di posizioni. Dopo poco tempo, a Saint-Brieuc, Draper alza il quarto titolo, mostrando oltre alla qualità tecnica anche la costanza che appartiene solo ai grandi campioni.

La stagione 2022 vede il mancino di Sutton vincere 24 match su 28 nel tour minore, un impressionante 85,7% di vittorie. Ad agosto arriva il primo assaggio di quello che poi il tour avrebbe visto più tardi, con i quarti di finale in Canada dove colleziona le vittorie sulla testa di serie numero 3 Stefanos Tsitsipas (prima vittoria su un top 10 in carriera con il greco al numero 5 del ranking ATP) e sulla numero 17 Gael Monfils, con cui entra per la prima volta tra i primi 55 del mondo. L’anno termina con Jack che arriva in semifinale alle NextGen Finals da 41 ATP, perdendo dall’eventuale campione Brandon Nakashima.

L’infortunio nel 2023 rimediato al Roland Garros fa uscire dai 100 il classe 2001, che ritorna a far affidamento al circuito Challenger per rientrare tra i grandi: l’anno termina con il bilancio di 13 vittorie e sole 3 sconfitte, con tra i tornei giocati anche il Challenger di Bergamo, vinto contro David Goffin in rimonta 1-6 7-6(3) 6-3. La settimana successiva, Draper lascia la Lombardia per andare a Sofia, dove raggiunge la prima finale ATP, che gli consente di terminare l’anno da numero 60 del mondo, ma il meglio deve ancora venire.

Il 2024 inizia già molto bene, con le finali ad Adelaide e ad Acapulco (anche se entrambe perse), ma la svolta arriva dopo. Le iniezioni di fiducia date dalla vittoria del primo titolo a Stoccarda e dalla vittoria su Alcaraz al Queen’s a giugno risvegliano Draper, che dal ritorno sul cemento sfodera un livello impressionante, con quarti a Cincinnati e semifinale allo US Open (persa contro Jannik Sinner), fino ad arrivare alla vittoria del titolo più importante della sua carriera: l’ATP 500 di Basilea. Ora Jack aggredisce la top 10, posizionandosi al momento a numero 15 del mondo, ma la sensazione è che possa dare ancora di più, molto di più: potrebbe essere il millenial più promettente al momento per frenare il dominio di Sinner e Alcaraz e, in particolare per quest’ultimo, a ostacolare il suo finora dominio al torneo di Wimbledon.

A cura di Francesco Maconi

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Autor: Pellegrino Dell’Anno