Luca van Assche e Joao Fonseca ai quarti di finale al Challenger di Brest

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Leggendo le entry list dei cinque tornei Challenger della settimana saltava all’occhio la totale assenza di giocatori italiani, con l’unica eccezione di Julian Ocleppo che, grazie al ranking protetto, ha potuto giocare a Taipei (categoria 125, cemento indoor). Ma di Ocleppo parleremo più tardi, ora ci concentriamo sul Challenger 100 di Brest, il torneo più prestigioso della settimana nonché l’unico in programma sul suolo europeo. Brest è una località amena, ai confini occidentali del continente, nella regione che, non a caso, si chiama Finistére. Noi ci siamo stati anni fa e sulla tranquillità della zona possiamo dare ampia testimonianza, anche se uno più giovane di noi invece della parola tranquillità userebbe di sicuro termini più forti. Sui campi della Brest Arena (cemento indoor) le prime teste di serie non hanno brillato, così sono stati ancora una volta i giovani a prendersi i riflettori, da Martin Landaluce (reduce dal trionfo in Sardegna) a Joao Fonseca e a Luca Van Assche che coi suoi 20 anni può ancora considerarsi a buon diritto ‘giovane’. Partiamo proprio dalfrancese, o italo-belga visto che è nato in Belgio (Woluwe St.Lambert) da padre fiammingo e mamma italiana. Noi l’abbiamo visto diverse volte dal vivo e ci ha sempre molto impressionato per la sua incredibile velocità di piedi che, nonostante una certa leggerezza nei colpi, gli ha già permesso di vincere tre Challenger e di disputare altrettante finali. Per fare il definitivo salto di qualità il ragazzo si è affidato da inizio febbraio a Vincenzo Santopadre che, reduce dalla lunga collaborazione con Matteo Berrettini, cercava un nuovo allievo cui dedicare le sue cure, favorito anche dal fatto che il ragazzo parla un buon italiano. I primi risultati non sono stati in realtà entusiasmanti (33/32 il bilancio stagionale) ma siamo consapevoli come per entrambi ci voglia tempo per assimilare un nuovo metodo di lavoro. Ci sono stati sì alcuni buoni momenti (semifinali a Phoenix, Heilbronn e Roanne) ma in questi giorni ci pare che sia finalmente scattata la famosa scintilla con le belle vittorie su due avversari tosti come Emilio Nava (n.198) e Damir Dzumhur (n.104 e seconda testa di serie). La prova del nove sarà l’incrocio nei quarti col finlandese Otto Virtanen (n.114) che a noi piace parecchio, nonostante a 23 anni compiuti, non abbia ancora raggiunto quei livelli cui sembrava destinato.

Il talento, così come la consapevolezza di sé, non fanno certo difetto al 18enne Joao Fonseca da Rio de Janeiro che tanto ci aveva impressionati in Coppa Davis a Bologna. Qui a Brest, dopo il successo contro il polacco Kamil Majchrzak (n.115), se l’è vista col britannico Billy Harris (n.112). E non era una sfida banale, come invece l’ha fatta sembrare il giovane brasiliano che ha annichilito l’avversario con un netto 6-4 6-2. Ora nei quarti si troverà di fronte il francese Benjamin Bonzi (n.122) che ha i colpi e l’esperienza per testare le grandi ambizioni del ragazzo. Partita tutta da vedere.

Il 18enne madrileno Martin Landaluce da parte sua era opposto nel secondo turno al libanese Hassan, dopo aver battuto all’esordio il serbo Laslo Djere (n.128, ma già n.27 nel 2019) che tanti dolori ha dato in passato ai nostri giocatori. Il teenager spagnolo, perso netto il primo set, nel secondo ha avuto sul 5-4 due palle break che valevano anche come set point. Sprecata l’opportunità, si è giocato tutto nel tie-break che ha dominato 7/2. Non ha invece dominato il set decisivo che l’ha visto soccombere 6-2, ponendo fine alla sua corsa. Inevitabili alti e bassi di un grande talento che è appena all’inizio del proprio percorso.

Dicevamo di Julian Ocleppo, che al Challenger di Taipei ha cercato di dare continuità al suo tentativo di rientro nel circuito dopo che l’ennesimo problema fisico l’aveva tenuto lontano dai campi per ben nove mesi. Questo era l’ottavo match (tre vinti) dal giorno del suo ritorno in campo (primo settembre al Challenger di Genova) e purtroppo ha perso 7-5 6-4 contro il 24enne padrone di casa Tsung-hao Huang, n.329 ATP e presente in tabellone grazie ad una wild card. Per il 27enne azzurro non mancherà occasione per fare ulteriori passi avanti verso quell’auspicato pieno recupero che gli possa consentire di riempire un po’ quella bacheca dove al momento ci sono purtroppo più cerotti che trofei: tre ITF in singolo e quattro Challenger in doppio, tre dei quali, nel lontano 2018, in coppia con Andrea Vavassori.

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Autor: Redazione