Rassegna Stampa – Berretini da 30 e lode, Sinner si racconta a tutto tondo

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Berrettini da 30 e lode con la Davis nella testa (Gianluca Strocchi, Tuttosport)

È un Matteo Berrettini da 30 e lode, capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo e cogliete dopo quasi tre ore di lotta il terzo quarto in altrettante partecipazioni all’ATP 500 di Vienna. Nell’ultimo incontro di giornata sul Centrale della Wiener Stadthalle il 28enne romano ha colto il 30° successo stagionale eliminando lo statunitense Frances Tiafoe
(n.15 del ranking) con il punteggio di 6-3 6-7(6) 6-3, così da tornare a battere un top 20 sul duro dalla vittoria sull’allora n. 10 Hurkacz alla United Cup 2023 e raggiungere di nuovo i quarti in un torneo indoor dopo
tre anni (proprio dal torneo di Vienna 2021, quando perse da Carlos Alcaraz). Sotto gli occhi di capitan Filippo Volandri, l’azzurro ha messo a segno 52 vincenti (il doppio rispetto al rivale) a fronte di 29 errori gratuiti,
con 16 ace, 8 dei quali nel terzo set, dove era stato trascinato dall’indomito avversario che gli aveva annullato 3 match-point nella seconda frazione. Matteo ha salvato 15 delle 17 palle-break concesse dimostrando ancora una volta di sapere giocare al meglio i punti importanti. Domani si giocherà un posto nelle semifinali (raggiunte nel 2019) con il vincente fra Khachanov e Nakashima, che ha sgambettato Paul. […] Sempre nella capitale austriaca Lorenzo Musetti, dopo essersi
aggiudicato all’esordio il derby con Lorenzo Sonego, si è qualificato per i guanti senza scendere in campo. Il talento di Carrara doveva vedersela oggi al 2° turno con il francese Gael Monfils, che però ha annunciato il forfait per un malessere. Nel suo ottava quarto di finale stagionale, il
primo in cartiera in questo torneo, l’azzurro sfiderà domani, il tedesco Alexander Zverev, n.3 del ranking mondiale.

Dritto, rovescio, tutto: Sinner assoluto n° 1 (Leonardo Iannacci, Libero)

Quindici mesi fa Jannik Sinner non aveva ancora vinto uno Slam né la Davis e neppure un torneo 1000 Atp ma già ci si chiedeva, nel circuito, quali fossero i colpi che potesse e dovesse migliorare. Ora che è non “un” ma “il” numero 1 dal 10 giugno scorso, ossia l’uomo Vitruviano, o meglio l’uomo Sinneriano del tennis e ha un vantaggio di punti nel ranking che sembra Pogacar in una salita del Tour, è bello analizzare tutti gli aspetti tecnici e umani del nostro magnifico rosso di Sesto Pusteria.
A soli 23 anni Jannik sta fissando nuovi paletti nella numerologia del
tennis. Ha messo in bacheca, nel 2024, 7 tornei (2 Slam, 3 Atp 1000 e 2
Atp 500), il Six Kings Slam e vinto 68 partite su 74 con la straordinaria percentuale dell’87.5%. Tecnicamente il rovescio è il suo colpo più letale
sin da juniores, quello con il punteggio più spaziale (8.4 la qualità secondo le statistiche di Atp e Tennis Insight) e la velocità media più alta
(117 orari contro i 109 dei rovesci di Alcaraz e Djokovic). Il dritto è un’altra fucilata spesso decisiva, soprattutto nella diagonale da destra a sinistra (8.8 la qualità conteggiata): viaggia a 123 orari, quello dei rivali a 115 e la pallina, colpita non in top-spin ma piatta, oltrepassa di soli 2 centimetri la rete. Quasi da numero 1 il servizio, velocizzato, con un movimento della spalla che ha una rotazione diversa e una diversa posizione del piede sinistro rispetto a prima. La battuta è diventata un gancio in mezzo al cielo nei momenti di difficoltà: ha percentuali ottime con la prima
(70% di media) ed elevatissime con la seconda (85%) che preferisce portare da destra in uscita.

La mentalità super la si nota soprattutto nei momenti decisivi: nei tie-break (24 vinti su 27 quest’anno), nelle palle-break salvate (il 74%) e quando deve rimontare da uno 0-30 o 0-40 sul proprio servizio. Jannik è di ghiaccio, non sente mai l’ansia e il dato di quando è sotto pressione è pazzesco: 260.9! Roba da chirurgo in sala operatoria. […] Un colpo “quasi” da numero 1 è anche il drop shot. Lo usa più di prima ma non fine a sé stesso: smorza con il polso per interrompere uno scambio ma, soprattutto, per chiamare a rete l’avversario che, poi, fora con millimetrici passanti. A 18 anni andava a rete solo per dare la mano all’avversario ma ora, grazie ai consigli di Cahill, ha capito chela velocità cli gambe di cui dispone lo fa trovare pronto a rete per chiudere una voleè. […]

Sinner: “Giocherò per altri 15 anni” (Lorenzo Ercoli, Corriere dello Sport)

Dopo la ricca esibizione araba, non ci è voluto molto per far sì che Jannik Sinner tornasse al lavoro. A destare un minimo di scalpore però è stato il
suo ultimo compagno di allenamento: trattasi del sedicenne Manas Dhamne. il classe 2007 indiano è allievo di Riccardo Piatti, che da tempo ne parla in toni entusiastici. Manas ha già accantonato il circuito juniores (a inizio 2023 il best ranking di 43 del mondo) per muovere i primi passi da professionista. Oggi è numero 1.084 del mondo, con un bottino di 11 punti ATP. Stregato anche coach Darren Cahill, che su X ha commentato: “Manas non sbaglia mai. Grazie per la sessione, ragazzo”. Dai video trapelati, si nota che il numero 1 del mondo ha giocato con racchette verniciate di nero. Facile pensare a test in vista della prossima stagione,
ricordando che questo discorso esula dai modelli che vediamo e vedremo in commercio. Jannik, infatti, come la maggior parte dei suoi colleghi, utilizza un telaio pro stock. Queste racchette, realizzate con stampi diversi da quelle vendute nei negozi, offrono ampie possibilità
di personalizzazione su aspetti come peso, bilanciamento, rigidità e, ovviamente, i materiali impiegati. All’inizio dell’anno, per esempio, nonostante il lancio di una nuova versione da negozio, Jannik ha continuato a giocare con il suo modello pro stock, la TGT 301.4, fornita dalla sua casa produttrice e adattata secondo le sue esigenze specifiche. Da vedere quindi se i test porteranno a un reale cambiamento.

Oggi, intanto, sarà presentato il capitolo III di ‘Jannik Sinner – Oltre il tennis’, produzione originale di Sky Sport in collaborazione con Intesa Sanpaolo. «Non è cambiato il modo in cui tratto le persone che incontro – le parole di Jannik, che si è aperto sulla gestione della fama -. Torno a casa 3-4 volte l’anno, per vedere i miei genitori e i miei nonni. Lì mi sento libero, le persone mi conoscono per quello che ero prima. Quando
sono diventato numero 1 svegliarsi è stato come negli altri giorni, anche perché è successo durante il Roland Garros e poi ho perso con Alcaraz
dopo essere stato sopra 2 set a 1. Però da numero 1 quando perdi una partita, senti di più la sconfitta. Penso sempre a cosa migliorare. Giocherò, non so, ancora 15 anni, fino a 35-40, speriamo che il fisico tenga. Si dice che 15 anni siano lunghi, ma non è così. L’ultimo anno
è volato. 2025? Sarà sarà una stagione diversa. Quali tornei voglio vincere lo tengo per me stesso. Non giocare l’Olimpiade è stato difficile, ma ora c’è la Coppa Davis: obiettivo fondamentale».

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Autor: Fabio Barera